Carissimi,
vi propongo la trascrizione della monizione introduttiva e dell’omelia proclamata Domenica 23 Marzo 2020 da Don Alessandro nella celebrazione della quarta domenica di quaresima, sperando che questo servizio sia gradito soprattutto a chi non ha potuto seguire la liturgia in diretta: fatecelo sapere commentando questo articolo, magari offrendo la vostra disponibilità per le trascrizioni delle future liturgie.
Dopo la monizione, trovate anche il riferimento alle letture del giorno.
22 Marzo 2020
Marco
Oggi, quarta domenica di Quaresima … è detta domenica “Laeatare”: Vedete il colore viola, che viene usato nella Domenica “Gaudete” d’avvento e in questa domenica soltanto.
Il viola comincia a riempirsi di luce: il tema della luce sarà proprio quello del Vangelo di oggi.
Attingiamo allora a questa sorgente, anzitutto perché il Signore illumini il nostro cuore, la nostra anima, ci faccia vedere il male che c’è; e allora con umiltà attingiamo alla misericordia di Dio riconoscendo i nostri peccati.
Letture: 1 Sam 16, 1.4. 6-7. 10-13; Sal.22; Ef 5, 8-14; Gv 9, 1-41.
Ecco, l’altra domenica abbiamo letto la Samaritana, e il tema era quello dell’acqua; oggi … questo brano è il tema della luce: Gesù guarisce questo cieco nato, e lo fa in una maniera già davvero eccezionale … perché … non è che il cieco gli chiede niente, ma è Gesù che passa … dice <<passando vide un uomo, cieco dalla nascita>>.
Allora vogliamo immergerci anche noi in questo “passare” di Gesù che ci vede: è Lui che si fa prossimo, e si fa vicino; è il desiderio di Dio di incontrare l’uomo, e di guarirlo.
E poi lo fa in una maniera veramente unica, in questo modo un po’ … un po’ strano: prende – dice – del fango, con la saliva, e lo spalma …
Ecco, Dio aveva già fatto questo quando aveva plasmato l’uomo, Adamo.
E allora questa modalità rivela che quel venire del Signore e incontrare l’uomo ci fa entrare in un nuovo atto creativo di Dio: è venuto a portare a compimento, a salvare … portare a compimento la sua opera …
Ma tutto avviene per un’azione sua, gratuita.
E Allora, diceva …. “è tutta opera di Dio?” … ma e no, qui c’è la seconda parte, questo … non gli dice che lo guarisce subito, dice “va al lavarti alla piscina di Siloe”, e quel cieco ci andò, chissà … anche con le difficoltà, perché era cieco, sempre: si trovò guarito dopo che fu andato e si fu lavato.
Eh … quest’uomo … ecco la parte nostra: davanti al Signore che ci rivela questo suo desiderio, ci viene incontro … ci chiede di credere, di fare la nostra parte, di collaborare.
Pensate, nel primo … nella prima creazione Dio ha plasmato l’uomo, nella seconda creazione, quella dell’uomo nuovo, in Cristo, nel figlio di Dio rinato dal battesimo, ci chiede di collaborare a questo atto, creativo, e quindi è grande la nostra dignità, la nostra libertà, la nostra responsabilità.
Se il cieco non fosse andato sarebbe rimasto cieco, l’opera di Dio sarebbe stata … non più manifesta come, come … come il Signore voleva, e invece questo va: ecco, Dio opera a seconda della nostra fede, ci chiede questa fiducia in lui.
Oggi vogliamo rinnovarla anche per tutto quello che riguarda le nostre cecità, le nostre ferite: anche il momento difficoltà che stiamo vivendo, questa incertezza, questo pericolo che poi è … è subdolo, non si sa dove sia, insinua … si insinua, non si sa dove, e ci minaccia, e tante volte purtroppo, vediamo tante … tanti casi in cui colpisce.
Ecco, di fronte anche a questo contesto noi vogliamo fidarci del Signore: sta passando anche da questa situazione, sta passando nel cammino quaresimale, come dicevo all’inizio, il viola si muta in rosa, la luce pasquale comincia ad entrare.
Ecco noi dobbiamo vivere questo tempo di preparazione alla Pasqua in questo contesto in cui viviamo, facendo entrare questa luce, e … chiedendo al Signore la guarigione dei nostri occhi, perché i nostri occhi vedano questa luce, vedano questa “presenza”, siano guariti, siano sostenuti, in questo momento particolare.
E queste sono tutte dimensioni battesimali, che abbiamo già ricevuto: pensate, in fondo al battesimo si consegna la candela, ma quella candela è un segno, senz’altro, è stata spenta quando eravamo bambini, non ci ricordiamo, ma quella candela … quella candela viene consegnata perché ci accompagni lungo l’esistenza.
Ma allora è ancora accesa quella candela, è la luce di Cristo, e allora diventa un cammino la nostra vita, per vederla sempre di più ed accoglierla.
Il cieco nato lo fa, attraverso questo episodio ma, ancora di più: ci rivela il senso profondo di questo cammino nel dialogo che si instaura dopo, con i farisei, con Gesù , dove il cieco, che non ha soltanto guarito la vista fisica ma … segue un itinerario in cui guarisce la “vista del cuore”.
Infatti, il cieco fa questo passaggio: prima chiama Gesù “uomo”, se ci avete fatto caso, il brano è molto lungo, ma c’è tutta la settimana per poterlo riprendere da voi, di guardarlo, prima riconosce un uomo, poi dopo, quando anche nella contrapposizione di quello che gli veniva detto, perché volevano accusarlo, toglierlo di mezzo … lo riconosce profeta, e poi infine, l’incontro con Gesù che gli rivela la sua identità, e si prostra, lo riconosce come Signore.
Ecco la vera guarigione degli occhi del cuore, molto più di quella fisica, ecco le difficoltà: il Signore le permette, certo non le vuole, ma ci inserisce dentro un cammino, ti fa riscoprire le cose importanti della vita, e quello lo stiamo già vedendo, ti fa riscoprire che la vera dimensione profonda, di cui abbiamo bisogno è questa guarigione degli occhi, perché vedano l’opera di Dio perché vedano l’identità di colui che è stato mandato, il figlio di Dio, e la nostra vista, allora, guarisca progressivamente.
Ecco il cammino post-battesimale, in cui noi lo riconosciamo vero Dio fatto uomo: ecco l’arrivo.
Vogliamo, in questo tempo in cui siamo in casa, e non abbiamo tante frenesie eh … abbiamo preoccupazioni, si, abbiamo tante ferite, lasciarci illuminare da questa luce, pensare a questa parola, riconoscere la presenza del Signore, e prostrarci, pregarlo nella nostra quotidianità.