Carissimi,
anche oggi vi propongo la trascrizione della monizione introduttiva e dell’omelia proclamata Domenica 29 Marzo 2020 da Don Alessandro nella celebrazione della quinta domenica di quaresima.
Anche in questo caso, fateci sapere se gradite questo servizio commentando questo articolo, e magari offrendo la vostra disponibilità per le trascrizioni delle future liturgie.
Dopo la monizione, trovate anche il riferimento alle letture del giorno.
29 Marzo 2020
Marco
Siamo ormai prossimi alla Pasqua, la prossima settimana sarà la Domenica delle Palme: il Signore ci chiama alla conversione del cuore.
Vogliamo manifestare questo nostro cammino verso la Pasqua anzitutto attingendo alla misericordia di Dio e riconoscendo i nostri peccati.
Letture del giorno
Ez 37, 12-14; Sal.129; Rm 8, 8-11; Gv 11, 1-45.
Ecco, allora … siamo al … quasi al termine di questo cammino quaresimale: abbiamo trovato la Samaritana e Gesù che è acqua, che disseta i nostri bisogni più profondi; abbiamo trovato la guarigione del cieco: Gesù e luce che illumina il nostro cammino – la candela che c’è stata consegnata nel battesimo – ma tutta questa … queste dimensioni si originano dal fatto che Gesù è la vita, e solo se noi entriamo Nella sua vita viviamo, altrimenti siamo “morti”.
Allora vogliamo sottolineare alcune cose qui, nel brano – io immagino la chiesa tutta piena perché siete da casa, ma siete spiritualmente qui, e questa non è una così una trasmissione come che si vedono, tante … è un evento sempre la liturgia, quindi siamo tutti inseriti e coinvolti in questo evento, dove la parola diventa … diventa una parola efficace:
Intanto sottolineiamo una cosa: questa famiglia particolare non si parla di genitori, si parla di relazioni soltanto fraterne: Lazzaro, Marta, Maria; erano fratelli … ecco noi ora anche alla televisione vediamo tante trasmissioni, si parla già di come sarà il dopo, dobbiamo prepararci …
… e allora, se guardiamo un po’ anche la nostra storia recente, noi passiamo da una serie di “crisi”, la crisi economico-finanziaria che poi qualcuno accennava già, non è una crisi soltanto, così … nella materia, è una crisi dell’uomo.
E …allora noi dobbiamo preparare quello che ci attende davanti, ma c’è una dimensione profonda dell’uomo, che rischia sennò di non essere scoperta, che ha originato tutte le altre crisi.
Il Vangelo ci illumina invece: come dobbiamo prepararci? a una comunità nuova, a relazioni fraterne nuove, vedete … Marta, Maria, Lazzaro, persone diverse con sensibilità diverse …
Sappiamo benissimo Marta e Maria come erano: una più attiva …. eccetera, e Maria invece più, come si dice, contemplativa, più nel silenzio … e che queste diversità non – ed ecco la purificazione vera – non siano una critica, perché tutti vogliamo che siano come noi e facciamo soltanto noi come dovrebbe essere per tutti.
Accoglienza, fraternità: ecco cosa ci attende allora … veramente prepararci a un mondo nuovo vuol dire prepararci una comunità nuova, che parte da noi, e questa dimensione, in questo episodio della fraternità è una cosa che dobbiamo riscoprire, dovremmo viverla … ora la viviamo … cominciamo già fin da ora con questi mezzi, anche, così, di comunicazione tecnologica, ma poi … speriamo presto … ricomincerà la vita sociale, più come la conosciamo, ma non dovrà essere un ritornare con nostalgia a prima, dovrà essere un’andare avanti, un cogliere che anche di fronte a questo dramma che stiamo vivendo si inserisce Dio perché tutto si trasformi in un evento di … di compimento del Regno di Dio.
Ecco allora … il cammino di purificazione poi della quaresima, riguardiamo anche com’è che abbiamo vissuto fino a ora: ma prendiamo consapevolezza che questi eventi ci devono far cambiare, e l’uomo nuovo, il mondo nuovo nascerà dalla comunità nuova, nascerà dall’uomo nuovo.
Ecco … un secondo punto volevo sottolineare cioè: entrare in una dimensione che qui è anche molto bella no? cioè nel pianto di Gesù: Gesù piange.
… e ora … perché piange? Non è facile interpretare i sentimenti no? Di una persona …
Noi sappiamo che un’altra volta Gesù piange, due volte soltanto: piange su Gerusalemme perché non ha accolto la venuta sua, la venuta del regno, la presenza di Gesù …
Allora questo pianto è più … è più profondo di una semplice partecipazione a un dolore, che certo è del suo amico morto, ma prima Gesù ha detto … addirittura aspetta due giorni, prima di andare, addirittura dice: “Io sono contento perché in questa volte si rivela la gloria di Dio“.
Ecco, ci sono degli indizi che forse ci fanno entrare più in profondità.
Quando poi va … Lui, Maria esce, ci sono anche i giudei, piangono, loro piangono, lui piange, “si commuove” dice, perché li vede piangere.
Che cos’è quel pianto allora, ancora più in profondità, se non il dolore di Gesù che vede l’uomo che non riesce a uscire dalle sue prigionie, dalla sua tomba.
Ecco perché compie quel miracolo!
in un certo senso tutti noi siamo Lazzaro, e Lazzaro esce fuori perché, Gesù nel miracolo poi è molto concentrato, molto piccolo anche poi nella … nella lunghezza della narrazione … gli dice semplicemente:
Lazzaro vieni fuori!
Che cosa ha fatto Lazzaro per venir fuori da quel Sepolcro?
Ha ascoltato quella parola, è uscito dal Sepolcro.
Allora voi mettete ora al posto di Lazzaro, di questo nome, tutti i vostri nomi, perché qui c’è da rifare un uomo nuovo, da cui nascerà una comunità nuova, una fraternità nuova, sennò … sennò non ne usciamo.
Ecco quindi, cogliamo questa opportunità, seppure nel dramma degli eventi
Allora mettete il vostro nome: “Lazzaro vieni fuori, vieni fuori dal tuo sepolcro che ti chiude in te stesso, entra nella vera vita!“
E cos’è la vera vita? Che cos’è la Gloria di Dio?
Noi, qui ci immaginiamo subito “dobbiamo fare qualcosa”: è sempre i ragazzi, presi dal fare!
Non dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo accogliere qualcosa, perché Lazzaro ascoltando la parola, accolse questa azione: “Lazzaro, vieni fuori”.
Lazzaro venne fuori per la potenza di quella parola! Così oggi vieni gridata a questo mondo, che rischia di cadere nella disperazione, di rimanere chiuso nell’orizzonte del fattibile dell’uomo.
C’è un intervento di Dio invece che è di vita, di vera vita, e noi dobbiamo ascoltare, vedete?
Allora … la Gloria di Dio che cos’è? E’ accogliere l’azione di Dio, non fare per noi qualcosa, dopo lo faremo, dopo vederemo come … come testimoniare questa verità, ma se non la cogliamo cosa facciamo dopo? Cose che partono sempre da noi, dev’essere invece Dio che si esprime attraverso la nostra collaborazione, il nostro Sì!
Guardate … poi la Madonna è l’esempio massimo di tutto questo.
Allora … ecco la dimensione della vita: questa parola potente, lasciare che questa parola operi e prima ascoltarla, vedete … ascoltarla!
Ora vi dico una cosa eh, non so … per esempio … ricavarsi nella casa, non so se l’avete già fatto, un “luogo della parola”, della preghiera: la Bibbia è messa lì, ma perché? Non per star li, certo per ricordarci anche quel luogo, ma questo ascolto, questo grido di Gesù che piange altrimenti, piange su di noi.
“Lazzaro esci da quella da quella tomba in cui ti sei infilato, vieni alla vita attraverso l’azione di questa parola che ascolti”, che trasforma: è l’evento!
Ecco allora, vedete questa dimensione … ma il Signore ce l’ha già donata nel battesimo, non c’è stato il rito dell’effetà? Apriti! eh .. come rito esplicativo del Battesimo, ecco la conclusione di questo cammino verso la Pasqua, che ci fa riscoprire il Battesimo, sono state toccate le orecchie, è stata toccata la bocca.
Effetà, il nome è rimasto nella lingua originale di Gesù.
Apriti …
le orecchie all’ascolto: “Lazzaro vieni fuori”;
la bocca, alla testimonianza di questa novità .