E’ il giorno del silenzio e dell’attesa. Gesù è nel sepolcro, ma presto, nella notte, l’evento che ha cambiato tutto: la Resurrezione.

Oggi, nel contesto della prova causata dal coronavirus, siamo chiamati a guardare al futuro, a ricostruire l’uomo, perché da qui nascerà un mondo nuovo. Nel dramma di quello che stiamo vivendo c’è una luce, flebile e debole, segno che il tunnel oscuro ha una fine.

Silenzio e Attesa: due dimensioni che abbiamo perduto, due dimensioni che fanno paura.

Perché?

  • Perché il Silenzio è oggi vissuto come un vuoto e quindi lo fuggiamo. Nel silenzio infatti siamo costretti a non dire, a non parlare e siccome ci siamo solo noi, ecco l’esperienza del vuoto. Conseguentemente l’uomo di oggi è solo, terribilmente solo, insopportabilmente solo.
    • Il Silenzio viceversa ti educa, ti invita a scoprire l’esperienza dell’incontro con l’Altro: nel silenzio Dio è presente, anche se non lo sai, è l’Altro per eccellenza! L’incontro con lui ti dice chi sei, ti fa esistere senza falsità: questo può far paura.
    • Il Silenzio fonda la dimensione dell’accoglienza, del vero ascolto e quindi del vero incontro con l'”altro uguale a te”, cioè con il fratello. Genera vera comunione e condivisione.
    • Dio vuol far risorgere questa dimensione, vuole farti passare dalla morte ovvero dalla “vita non vita”, dalla “vita prigione del proprio io orgoglioso” alla resurrezione, la vita vissuta con Cristo: la vita di relazione con Dio e con i fratelli.
  • Perché l’Attesa l’abbiamo orientata verso ciò che non è essenziale: nelle cose effimere, esclusivamente nella “materia”. E conseguentemente, delusi, l’abbiamo cacciata via.
    • Già da piccoli si tende a soddisfare l’appagamento dei desideri addirittura prima che nascano, togliendo di fatto la dimensione dell’Attesa. Abbiamo riempito i nostri figli di “cose”, forse per compensare la carenza affettiva derivata da una vita troppo piena di impegni e incapace talvolta di dedicarsi all’altro. Non li abbiamo educati all’Attesa perché neanche noi la viviamo.
    • Dio vuol far risorgere questa dimensione: scopri che il Signore verrà e non tarderà, per questo è rimasto nel sepolcro un tempo determinato: tre giorni. Attendilo con fiducia e riscoprirai la sua venuta da risorto nella Pasqua ormai imminente.

Cogliamo allora questa opportunità offertaci dal Sabato Santo: riscopriamo l’Attesa ed il Silenzio come dono di Dio.

Per approfondire ti propongo di leggere la seconda lettura dell’Ufficio di oggi.

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