Indirizzo: Piazza al Serchio, località Borsigliana, SP14, 55035 Piazza al Serchio LU
Parroco: Don Marcello Franceschi
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Situata nel centro del borgo di Borsigliana, alla chiesa e al sagrato, posti all’interno di una chiusa murata , si accede attraverso un portale archivoltato in pietra. L’edificio, in muratura mista continua, è a pianta longitudinale, suddiviso in quattro campate voltate a botte che terminano in un’abside poligonale; viene menzionato per la prima volta in un diploma dell’imperatore Enrico II datato 1020 e nel corso del XVIII sec. subì diversi ampliamenti e trasformazioni. La chiesa fu danneggiata dal sisma del 1920 e ristrutturata negli anni Quaranta del Novecento utilizzando materiali di recupero e parte degli elementi decorativi dell’impianto medievale, come si può notare in facciata e in particolare dal portale tamponato a sinistra dell’accesso principale. Il campanile ha struttura indipendente rispetto alla chiesa ed è stato realizzato nel 1570.
Facciata
- Danneggiata dal sisma nel 1920 è stata ricostruita negli anni Quaranta del Novecento riutilizzando parte del materiale della precedente. È a capanna conclusa superiormente da una cornice modanata in malta, ai lati è delimitata da due cantonali in conci squadrati di pietra arenaria; il paramento è in pietrame a vista disposto ad opera incerta. Al centro trova posto il portale in arenaria sagomata sormontato da un frontone curvilineo spezzato. Sopra il portale d’ingresso si apre un’ampia finestra rettangolare anch’essa incorniciata in arenaria lavorata e sopra ancora vi è un’ulteriore finestra più piccola incorniciata da elementi in arenaria lisci. Alla sinistra dell’ingresso, si distingue inglobato nella muratura un precedente accesso lunettato, del quale sono ben visibili: la soglia, i piedritti, i conci dell’arco e l’architrave che presenta una decorazione scultorea. Nella porzione in alto a destra è stata murato un concio di pietra arenaria all’interno del quale era stata ricavata una finestrella cruciforme.

Pianta
- Rettangolare conclusa da un’abside è suddivisa in quattro campate da un sistema di pilastri addossati alle pareti.
Abside
- È suddiviso in tre parti da due pilastri addossati, nelle due campate laterali si aprono finestre rettangolari, l’abside è coperta da una semicupola ad ombrello.
Presbiterio
- Trova spazio nella terza campata ed è separato dall’aula da un gradino e da una balaustrata lignea.
Coro
- Occupa lo spazio dell’ultima campata e dell’abside, viene separato dal presbiterio dal dossale dell’altare maggiore storico. Lungo le pareti sono presenti degli stalli lignei con alta spalliera, quello centrale è maggiormente decorato.
Impianto strutturale
- Muratura continua, pilastri in murature, volte in muratura, arconi con catene e impalcati lignei.
Coperture
- Il manto di copertura in coppi in laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
- L’edificio è interamente pavimentato in arenaria grigia, posata nel 1985.
Elementi decorativi
- L’apparato decorativo a stucco è composto da cornici composte da un insieme di modanature. L’intero vano è voltato a botte con unghie laterali in corrispondenza delle finestre, la volta presenta delle decorazioni pittoriche ad integrazione dell’impaginato architettonico. Sono presenti due altari laterali in legno dipinto.
Campanile
- Costruito nel 1570 accostato a metà del lato nord dell’edificio, le murature sono in pietra arenaria ad opera incerta con conci angolari; due cordonature lapidee lo suddividono in tre porzioni, la parte basamentale a scarpa, il fusto centrale, il piano della cella campanarie dove si aprono quattro finestre archivoltate, una per lato. È concluso da un cornicione piano aggettante in pietra.
Trittico di Pietro da Talada
È un trittico della seconda metà del 1400, attribuito prima al cosiddetto Maestro di Santa Maria Assunta di Borsigliana e poi identificato con Pietro da Talada (piccolo paese dell’Appennino emiliano, prima in Comune di Busana di Reggio Emilia ed oggi Comune di Ventasso), grazie ad un altro trittico presente nella chiesa di Rocca Soraggio (Comune di Sillano, oggi Sillano Giuncugnano), andato poi perso nella sua interezza, dopo un furto avvenuto nel 1926, su cui era scritto l’anno di esecuzione 1463, il committente Joannes Calesblarius de Soragio e l’autore: Hoc opus…pictus fuit p. me Petrus de Talata. Più comunemente a Borsigliana l’opera viene chiamata ancona, che deriva dal greco- bizantino eikòna (immagine).
Nella parte centrale abbiamo la Madonna seduta con in braccio il Bambino, tra San Prospero sulla sinistra e San Nicola di Bari (con melograno in mano) sulla destra.
Nella predella (base del trittico), sono rappresentati i dodici Apostoli. Ricordiamoli dal Vangelo: Simone detto Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo D’Alfeo, Simone Cananeo o Zelota, Giuda di Giacomo o Taddeo, Giuda Iscariota (sostituito da Mattia dopo la Resurrezione).
In alto, nelle cimase, l’arcangelo Gabriele, Dio Padre, la Vergine Maria al momento dell’annuncio dell’Incarnazione.